Scoperta e funzione del sistema della bombesina

 

 

LUDOVICA R. POGGI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 05 aprile 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La scoperta di un’origine evolutiva, che risale a più di mezzo miliardo di anni fa, di un sistema di segnalazione legato alla bombesina conferisce una nuova dimensione biologica a un peptide considerato nell’uomo un neurormone regolatore del comportamento alimentare.

Il peptide bombesina è stato scoperto nel 1971, isolandolo dalla pelle di rana, e successivamente sono stati identificati nei mammiferi e in altri vertebrati i neuropeptidi bombesina-correlati, quali il neuropeptide rilasciante gastrina e la neuromedina B, quali regolatori di alimentazione, digestione e altri processi fisiologici. In precedenza, questi peptidi e i loro recettori accoppiati a proteine G erano stati identificati solo nei cordati.

Maurice Elphick della Queen Mary University di Londra, il suo ex-allievo Weiling Huang e Olivier Mirabeau dell’Institut Pasteur di Parigi, con i loro colleghi hanno realizzato un progetto di ricerca finalizzato all’analisi della storia evoluzionistica della bombesina. Il lavoro ha consentito ai ricercatori di scoprire e caratterizzare funzionalmente un sistema di segnalazione tipo-bombesina in un invertebrato dei deuterostomi: la stella di mare Asterias rubens (phylum Echinodermata).

L’osservazione sperimentale ha dimostrato l’origine evoluzionistica della segnalazione tipo-bombesina dalla branca dei deuterostomi del regno animale, scoprendo un antico ruolo nella regolazione del comportamento alimentare.

(Huang W., Discovery and functional characterization of a bombesin-type neuropeptide signaling system in an invertebrate. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2420966122, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Centre for Evolutionary and Functional Genomics, School of Biological and Behavioural Sciences, Queen Mary University of London, London (Regno Unito); Proteomics Facility Research Technology Platform, School of Life Sciences, University of Warwick, Coventry (Regno Unito); College of Animal Science, South China Agricultural University, Guangzhou (Cina); Brain-Immune Communication Lab, Institut Pasteur, Université Paris Cité, Bioinformatics and Biostatistics Hub, Inserm U1224, Paris (Francia).

I sistemi di segnalazione neuropeptidici costituiscono negli animali dei regolatori chiave di processi fisiologici e comportamentali, ma solo per pochi di essi è stata ricostruita la struttura e la funzione nella diacronia filogenetica; pertanto, molti peptidi sono studiati solo per i ruoli fisiologici sperimentalmente accertati negli organismi in cui sono stati scoperti o identificati. Come si è già detto più sopra, il peptide bombesina è stato isolato per la prima volta dai tegumenti di Bombina bombina, detta negli USA European fire-bellied toad, una rana di media taglia comune nell’Europa centrale e orientale, dal dorso dalle tinte di tono basso che vanno dal grigio al marrone e al verde, in contrasto con il ventre di colore rosso acceso. Dopo questa prima identificazione, sono stati trovati peptidi simili e correlati alla bombesina in altri cordati: nei mammiferi il GRP (gastrin-releasing peptide) e la NMB o neuromedina B, e nel cefalocordato Branchiostoma japonicum un GRP-simile.

Fino al lavoro di Maurice Elphick e colleghi, nessun peptide bombesinico era mai stato isolato in animali non cordati. Il paziente lavoro di indagine genomica negli invertebrati condotto dagli autori dello studio qui recensito, all’inizio sembrava un’impresa disperata: così si è espresso il professor Elphick: “Era un po’ come cercare un ago in un pagliaio, ma alla fine abbiamo scoperto geni codificanti un neurormone bombesina-simile nel genoma della stella marina e dei suoi parenti”.

Infatti, lo studio riporta la scoperta e la caratterizzazione funzionale di un sistema di segnalazione di un neuropeptide bombesina-simile in un echinodermo, la stella marina Asterias rubens. E poi, basandosi sulla sequenza aminoacidica e sulla struttura dei geni, sono state identificati precursori polipeptidici di molecole bombesina-simili in vari echinodermi; la struttura della molecola matura bombesina-simile della stella marina (ArBN) è stata determinata mediante la spettrometria di massa.

Successivamente, una proteina correlata a recettori accoppiati a proteine G tipo GRP/NMB dei vertebrati è stata identificata sperimentalmente come il recettore della “bombesina della stella marina”, cioè ArBN.

Usando l’ibridizzazione in situ di mRNA e l’immunoistochimica per l’analisi della distribuzione del precursore di ArBN in Asterias rubens, sono stati rilevati pattern ampiamente diffusi di espressione nel sistema nervoso centrale, nel sistema digestivo e negli organi locomotori.

Gli effetti di ArBN nella stella marina includevano contrazione e retrazione dello stomaco evertibile e l’inibizione del comportamento di assunzione di cibo.

Lo studio dei risultati in chiave evoluzionistica ha dimostrato che la storia evolutiva del sistema di segnalazione legato ai neuropeptidi tipo-bombesina può essere fatta risalire ai deuterostomi precursori di echinodermi e cordati.

Dunque, la scoperta del ruolo filogeneticamente antico della bombesina nella regolazione dell’appetito ha illuminato i ricercatori sulle origini evoluzionistiche del comportamento alimentare degli animali: si può inferire che questa funzione può essere datata a un’epoca evolutiva di mezzo miliardo di anni fa, corrispondente al progenitore ancestrale comune alla stella marina, all’uomo e ad altri vertebrati. I risultati di questo studio, oltre a consentire lo sviluppo di nuovi farmaci inducenti perdita di peso, potrebbero avere altre pratiche applicazioni. In conseguenza del cambiamento climatico, alcune specie di stelle marine stanno invadendo le acque dedicate alla coltura a scopo alimentare di molluschi a guscio bivalvi; l’impiego di molecole in grado di inibire il comportamento di assunzione di alimenti da parte delle stelle marine, potrebbe risolvere il problema.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Ludovica R. Poggi

BM&L-05 aprile 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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